PAROSSISMO….. ” la fase esasperata di una situazione o di una reazione affettiva, contrassegnata dall’abbandono del controllo” ….
Finchè non l’ho letto ho fatto fatica a crederci. Eppure in quel processo per tentato omicidio ai danni di una giovane donna, considerata la revisione della condanna operata dalla Corte di Appello di Milano, nel senso di una diminuzione di pena da undici a otto anni di reclusione, dovevo aspettarmelo. E’ proprio vero che non si è mai pronti e si cerca di postergare la delusione alla lettura della sentenza completa. Come si dice : ” l’attesa verrà premiata”. In questo caso non è andata proprio così. Ho letto quella motivazione alla ricerca di quella parte che aveva determinato la riduzione di pena e finalmente l’ho trovata : ” l’uomo ha certamente agito in preda ad uno stato parossistico cui non ha saputo gestire la propria frustrazione ed i propri istinti …. “ con la premessa che ” l’imputato ha dimostrato di aver iniziato un percorso di presa d’atto del disvalore rinunciando a contestare la fondatezza della propria responsabilità ed accingendosi ad affrontare le conseguenze di una sentenza che diverrà definitiva in tempi brevi”. Ecco in queste parole il concetto di giustizia viene cristallizzato e, leggendo e rileggendo, cerco di trovare una motivazione diversa ed alternativa rispetto a quella che le parole scritte mi rimandano. In quelle due frasi ci leggo una giustificazione per un agito violento inaudito; l’uso del termine parossismo probabilmente è stato scelto in modo oculato perchè era troppo rude e suonava male scrivere che l’uomo aveva tentato di uccidere la donna perchè era nervoso ed incapace di gestire la rabbia. Evidentemente usare un termine aulico aiuta a distrarre la vera essenza dei principi che sottendono alle parole. Ricordiamo che l’Italia è stata condannata più e più volte dalla CEDU per non aver saputo tutelare le vittime, essendosi posta nelle proprie decisioni nei casi di violenza di genere in modo inerte e pregiudizievole. Solo nel 2022 le condanne dell’Italia da parte della Corte di Strasburgo nei casi di violenza di genere sono state ben tre : 7 aprile 2022 – 10929/2019, 16 giugno 2022 e 7 luglio 2022 – sentenza 32715/2019. La Corte Europea rìbadisce il principio che nonostante l’Italia abbia strumenti normativi efficaci , pecca per negligenza nell’applicazione dei rimedi procedurali , puntando il dito contro chi la norma la applica. Il chiaro esempio di mancata tutela delle vittime è proprio nella sentenza del caso richiamato. Aggiungiamo che la vittima non si è vista liquidare neanche le spese legali cosicchè ha dovuto sostenere anche un esborso a fronte di una palese giustificazione della violenza subita. Più pregiudizievole di così…… Chissà cosa ne penserebbe la CEDU. Abbiamo una speranza, le donne maltrattate vivono di speranze fino alla morte ( non in senso figurato) : le nostre istituzioni capiranno che la violenza di genere è un grave fenomeno che non ha bisogno di comprensione per chi agisce violenza ma necessita di rimedi forti e soprattutto di guardare alle vittime con un occhio scevro da pregiudizio, filo conduttore nel fallimento della lotta alla violenza di genere. https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_20_1.page?facetNode_1=1_2%282022%29&contentId=SDU377966&previsiousPage=mg_1_20
https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_20_1.page?contentId=SDU389126&previsiousPage=mg_1_20
https://www.open.online/2022/07/07/violenza-domestica-cedu-vs-italia-terza-volta-in-un-anno/