Progetto casa rifugio… perchè non interessa realizzarlo – Avv. Concetta Sannino

Progetto casa rifugio… perchè non interessa realizzarlo

Una degli obiettivi di chi si occupa di lotta alla violenza di genere e supporto alle donne vittime di tale ignominia è fornire gli strumenti necessari, di qualsiasi tipo essi siano, economici, legali, psicologici, lavorativi, abitativi, al fine di garantire un minimo di serenità e spronarle ad avere la fiducia nella possibilità di cambiamento ma soprattutto nelle istituzioni. Con questo spirito mi sono ripromessa di attuare un progetto, sicuramente ambizioso, ma che per la realizzazione necessitava semplicemente di buon senso e che riguardava l’apertura di una casa rifugio per donne vittime di violenza. L’obiettivo era quello di fornire un’assistenza temporanea alle donne che, dovendo lasciare nottetempo la propria abitazione perchè sotto la minaccia del maltrattante, si fossero rivolte alle autorità  e che, in attesa della realizzazione del percorso istituzionale, trovassero riparo e non rischiassero di dover tornare  nell’abitazione ed ivi rimanere insieme al maltrattante. Quest’ultima circostanza si verifica molto spesso proprio perchè lo Stato non sempre è temporalmente pronto per accogliere le vittime nell’immediatezza. Per la realizzazione di questo sogno, per me lo è ed ho il sentore che lo resti, è possibile utilizzare uno degli immobili confiscati alla mafia e che vengono messi a disposizione di chi li richiede per poter essere impiegati in un progetto con finalità sociali.https://www.avvisopubblico.it/home/home/cosa-facciamo/informare/documenti-tematici/beni-confiscati/sintesi-della-normativa-sul-riutilizzo-sociale-dei-beni-confiscati-alla-mafia-e-alle-altre-organizzazioni-criminali/ Venivo a conoscenza nel lontano 2016 dell’esistenza nel mio comune di residenza di un immobile di questo tipo e proponevo all’amministrazione il progetto per l’utilizzo di tale immobile per la realizzazione di una casa rifugio. Ma ahimè sbagliavo i tempi storici avendo proposto la mia candidatura elettorale pur consapevole del fatto che la lotta alla violenza di genere è e deve essere senza colore politico. L’amministrazione però chiedeva in assegnazione l’immobile. A distanza di cinque anni e con il cambio della guardia al comando municipale, quella casa veniva definitivamente assegnata al comune aprendo così la possibilità di realizzare il progetto. Si badi che Regione Lombardia agli inizi di gennaio, ormai da circa cinque anni, emana un bando per l’assegnazione di importi da erogare a coloro i quali volessero realizzare progetti a scopo sociale utilizzando beni confiscati alla malavita. https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioProcedimento/servizi-e-informazioni/enti-e-operatori/Polizia-locale-e-sicurezza/Polizia-locale/recupero-beni-confiscati/recupero-beni-confiscatiQuindi quale migliore occasione. In aggiunta a tale possibilità economica, essendo Presidente del Lion Club di Cassano d’Adda e responsabile dei Service del distretto sulla tutela dei vulnerabili, avrei potuto interessare la LCIF, nostra fondazione e chiedere qualche soldino per il perfezionamento, magari con l’acquisto dei mobili della struttura. Il mio sogno prendeva forma: una casa rifugio che sarebbe stata utilizzata dalle donne  nel primo passaggio tra la fuga dal maltrattante e la libertà, realizzata interamente o quasi a costo zero con il prezioso supporto delle istituzioni e della Fondazione LIONS LCIF. Corro e protocollo il progetto: il bando ha scadenza 31 marzo 2023, c’è ancora tempo, e l’obiettivo è troppo importante per la cittadinanza per trovare ostacoli, questa volta ce la facciamo,,,,,, e invece……..una mail istituzionale asettica, senza calore, che lascia stranito chiunque provi a leggerla, segna il passo e cancella in poche righe la speranza.

Buongiorno Avvocato, La informo che l’amministrazione comunale sta ancora valutando la destinazione d’uso che intende dare all’immobile. Sono in corso alcuni approfondimenti finalizzati a valutare la possibilità di vendere l’immobile in questione. Qualora, al termine degli approfondimenti in corso, l’Amministrazione optasse di destinare l’immobile a progetti sociali, dovremo preventivamente procedere con un avviso pubblico nel quale dare evidenza, alle realtà potenzialmente interessate della messa a disposizione dell’abitazione, contenente criteri preventivi di selezione dei possibili progetti candidati.La sua candidatura, al momento, non può pertanto essere presa in considerazione. Cordiali saluti “

Nella risposta della responsabile del settore c’è qualcosa che non quadra: l’immobile è stato assegnato per uno scopo sociale e quindi non può essere venduto pena la decadenza dell’assegnazione e quindi il primo motivo del rifiuto è da escludere; in secondo luogo se non avessi chiesto lumi sul progetto non ci sarebbe posti il problema della manifestazione di interesse da parte delle altre associazioni del territorio; terzo a prescindere da tutto la casa non si fa!

Prendiamo atto della superficialità di gestione della cosa pubblica e degli interessi dei cittadini; prendiamo atto del fatto che evidentemente  il problema della violenza di genere non riscontra un interesse prioritario ma non ci possiamo esimere dal sottolineare che è ipocrita fornire adesivi che affermano lo STOP alla violenza sulle donne , ricordare il 25 novembre con un ricorrente spettacolo commemorativo e poi ritrarsi rispetto ad un aiuto concreto come quello proposto realizzabile senza costi per l’istituzione comunale ed i cittadini.

La lotta alla violenza di genere è un cambiamento culturale e fino a quando i segnali principali non vengono dalle istituzioni la fiducia nelle stesse viene minata e non si può concretamente pensare ad un cambiamento soprattutto se opportunità come quella sopra descritta vengano perse senza un motivo, perchè, è bene sottolinearlo, al momento non si sa il motivo vero del rifiuto non potendo quanto scritto nella risposta della responsabile essere giustificazione idonea a sostenere la non considerazione del progetto.

 

 

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